PALERMO (ITALPRESS) – “Sulla Sicilia abbiamo semplicemente detto che le scadenze elettorali impongono di ragionare unanimemente su Palermo, Messina la Regione siciliana. Se gli altri vorranno farlo, noi siamo pronti a ragionare insieme. Diversamente, se qualcuno pensa di andare avanti con veti o diktat nei nostri confronti, oggi che siamo nel sentimento popolare il primo partito della coalizione mi permetto di dire che forse il problema è più loro che nostro”. Questo il pensiero di Carolina Varchi, candidata sindaco di Palermo, commentando la situazione del centrodestra. Intervistata dall’Italpress, l’esponente di Fratelli d’Italia si è soffermata sulla decisione di candidarsi per le comunali: “I sentimenti che mi hanno spinta a scendere in campo sono due: da un lato la rabbia nel vedere la mia città ridotta queste in condizioni e dall’altro la volontà e il dovere, in base alla mia posizione, di dare la mia ampia disponibilità per provare a cambiare le sorti della mia città, nella quale ahimè prevale uno spirito di rassegnazione. Non voglio che Palermo perda la speranza”.
Una candidatura, quella di Carolina Varchi, che ha un pò mischiato le carte in tavola: “Il centrodestra vive una condizione di anomalia, considerato che abbiamo delle forze di centrodestra che a Roma hanno deciso di governare con la sinistra, cosa che per Fratelli d’Italia non è concepibile e dunque non l’abbiamo fatto. Io non mi sto occupando delle trattative ma solo di ascoltare le categorie, ascoltare cittadini, girare la mia città e definire un programma che già pronto e che sarà presentato tra poco”. Idee chiare e voglia di dare il proprio contributo, per la candidata sindaco di Fratelli d’Italia “Palermo ha bisogno di normalità”.
“A Palermo c’è una sorta di assuefazione alle cose che non vanno, i palermitani sembrano essersi ormai rassegnati al fatto che in questa città non debba funzionare nulla, questo per me è inconcepibile – ha sottolineato Carolina Varchi -. Noi abbiamo una città che è oggettivamente in una condizione di dissesto, il sindaco e la sua giunta hanno provato a camuffare questo dissesto con un piano di riequilibrio totalmente strampalato che poggia su pilastri che in realtà sono granelli sabbia”.
“Ad ogni modo – ha aggiunto – prenderemo atto di quello che lascerà la sinistra palermitana e su questo noi procederemo secondo alcune linee: sovvertire il paradigma culturale secondo cui il privato è portatore di malaffare e secondo cui i cittadini sbagliano sempre. A mio avviso, l’amministrazione deve assumersi le proprie responsabilità, deve iniziare a fornire i servizi indispensabili e li deve fornire a tappeto su tutta la città, deve aiutare e sostenere le attività produttive e migliorare i servizi per la famiglia: questi sono i pilastri del mio programma”. Cinque candidati nel centrodestra e nessuno che al momento sembra intenzionato a fare un passo indietro: “Se sono pronta ad arretrare in nome dell’unità? Io ho grande fiducia nella capacità di leggere lo stato delle cose da parte di Giorgia Meloni. E’ lei che mi ha chiesto la disponibilità alla candidatura e a lei ho fornito ampia disponibilità, fermo restando che il mio partito è chiamato a svolgere delle valutazioni – ha ammesso la Varchi -. A mio modesto parere noi siamo fortemente collocati all’interno del centrodestra e in questo perimetro intendiamo rimanere”.
“Le posizioni personali per noi contano fino a un certo punto, perchè per noi – ha sottolineato ancora – viene prima poter dare ai cittadini una coalizione ampia, stabile, che possa governare Palermo, Messina e la Regione siciliana e da marzo prossimoanche la nazione con Giorgia Meloni con un ruolo di primo piano. A lei io ho dato la mia disponibilità e gode di tutta la mia fiducia, in questo momento mi sta occupando di ascoltare i miei concittadini e lavorare alla campagna elettorale, non abbiamo affrontato il tema del ritiro”.
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