Il quartiere Jungo da lunghi anni è alle prese con una serie di problematiche che ne compromettono la vivibilità. Strade dissestate, roghi tossici, carenze idriche e mancati interventi di manutenzione, sono solo alcune delle criticità che affliggono lo sterminato rione popolare. Le strade interne sono in condizioni pessime, con buche, avvallamenti e assenza di marciapiedi.
Nel sottoponte di via Trieste, l’asse viario che attraversa il rione, il letto del torrente Jungo, rimane ostruito da detriti, canneti e ramaglie e, alla vigilia della nuova stagione delle piogge, rappresenta un potenziale pericolo in caso di eventi meteo significativi.
In via Liguria i terreni confinanti sono sommersi da vari materiali nocivi, tra olii combustibili, bidoni e profilati in ferro. Poi dati alle fiamme a qualunque ora del giorno. I roghi rappresentano una grave minaccia per la salute dei residenti, mentre i fumi tossici sprigionati dalle combustioni contengono diossina e altre sostanze nocive mettono a rischio l’apparato respiratorio e aumentano il rischio di malattie nel quartiere popolare.
La presenza di giardini incolti, pieni di sterpaglie e rovi, favorisce la proliferazione di insetti e roditori, creando un ambiente malsano. C’è poi l’annosa questione dei nuovi alloggi popolari di via Trieste di proprietà dell’Iacp rimasti incompiuti per decenni e ora finalmente rivitalizzati. Decine di famiglie attendono da anni di potersi trasferire in quelle abitazioni, probabilmente entro l’anno, anche se i lavori di completamento procedono a rilento; le aspettative si concentrano sul recente bando che consentirà di aggiornare la graduatoria per l’assegnazione dei numerosi alloggi sparsi sul territorio.
Nel prossimo autunno dovrebbe avvenire la consegna dei 62 appartamenti suddivisi in due distinte palazzine di via Trieste che, per oltre 30 anni, sono stati simbolo di degrado. Una risposta, la più importante degli ultimi 30 anni, per fronteggiare l’emergenza abitativa.