L’ennesima operazione congiunta condotta da carabinieri e polizia locale contro i venditori ambulanti abusivi che con decime di postazioni occupano diversi punti strategici del centro storico giarrese, ha di fatto assunto la forma di una liturgia procedurale che si ripete ciclicamente senza però incidere sull’estirpazione del fenomeno sociale. 

Le bancarelle abusive deturpano il decoro urbano e creano disordine. Al venditore ambulante irregolare, ad ogni controllo, viene contestato il reato di esercizio di commercio su area pubblica senza la prescritta autorizzazione; occupazione abusiva del suolo pubblico. Nell’ultimo trentennio la politica comunale sul tema dell’ambulantato selvaggio ha solo fallito. In tanti anni si sono stati vani i tentativi di individuare delle soluzioni concrete per mettere fine al fenomeno.

 L’ultimo tentativo di regolamentare il commercio su aree pubbliche risale al 2013, con una proposta di regolamento comunale che, però, è rimasta lettera morta. Anche progetti più recenti, come la realizzazione di stalli dedicati agli ambulanti, sono rimasti sulla carta.Complessivamente 16 aree commerciali, di cui 3 nelle frazioni di Santa Maria la Strada, Macchia e San Giovanni Montebello. Dette aree sono state financo indicate in una piantina, con relativo parere tecnico procedurale favorevole dall’Ufficio tecnico e Polizia locale.

Ma, ad oggi, tutto è però rimasto teoria. Il regolamento dovrebbe prevedere l’istituzione di mercati regolamentati e la concessione di licenze ai venditori ambulanti che rispettano le norme. In questo quadro occorre, poi,  offrire ai numerosi ambulanti abusivi la possibilità di esercitare un’attività legale, magari attraverso la creazione di spazi dedicati. L’assenza di un regolamento chiaro e condiviso crea un vuoto normativo che, purtroppo, viene riempito dall’illegalità.

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