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Nelle scorse settimane, nel silenzio assordante delle istituzioni comunali,  il Consiglio comunale di Giarre è finito sotto la lente d’ingrandimento della Regione. L’Ufficio Ispettivo dell’assessorato regionale delle Autonomie locali ha infatti aperto una attività istruttoria su presunti conflitti di interesse che coinvolgerebbero alcuni consiglieri comunali. 

La Regione con una nota trasmessa al sindaco, segretario e presidente del Consiglio, ha ufficialmente richiesto circostanziati chiarimenti in ordine a presunte situazioni di conflitto di interessi per incompatibilità o ineleggibilità sopravvenuta con l’ente locale da parte di componenti il Consiglio comunale.

La vicenda ruota attorno ad un esposto asseritamente firmato e recapitato a fine settembre all’ex esperto legale del sindaco, avv.Orazio Scuderi, al tempo ancora in carica. Nell’esposto che l’ex esperto legale ha poi trasmesso al sindaco, prefetto e assessorato regionale Enti locali, si muovono generiche affermazioni sull’operato di alcuni consiglieri che – rileva l’esposto – “non pagano le tasse al Comune”. Nel dettagliato reclamo recapitato all’avv.Scuderi e che ha poi fatto scattare l’attività ispettiva della Regione, si elencano anche i nominativi di alcuni componenti l’Organo consiliare.

Nell’ambito dell’attività di vigilanza e controllo sugli enti locali attribuita al servizio ispettivo della Regione, “stante la gravità  delle affermazioni – si legge nella nota della Regione trasmessa al Comune il 10 ottobre scorso – “si invitano sindaco, segretario e presidente del Consiglio, per le rispettive competenze, a comunicare, qualora le affermazioni esternate dal firmatario della missiva siano fondate, quali iniziative sono state o si intendono porre in essere al riguardo, informando, in ogni caso entro il termine di 30 giorni l’ufficio ispettivo del dipartimento regionale delle Autonomie locali”.

La nota della Regione, come dicevamo,  è stata trasmessa al Comune lo scorso 10 ottobre e, ad oggi, non si hanno notizie circa le iniziative adottate. 

La vicenda sollevata della Regione è particolarmente delicata. Le cause di incompatibilità ex art 63 del Tuel, es. debiti liquidi ed esigibili dei consiglieri comunali che hanno  ricevuto la messa in mora o la cartella esattoriale,  possono essere contestate al debitore anche dal Prefetto e da tutti gli elettori. Orbene, il Consiglio comunale, cui l’amministratore appartiene, anche d’ufficio, provvede alla contestazione delle cause di incompatibilità.

A seguito della contestazione,  il consigliere ha dieci giorni di tempo per formulare le proprie osservazioni o rimuovere la causa di incompatibilità,  dopodichè, nei dieci giorni successivi alla scadenza del termine fissato,  il Consiglio delibera sulla questione in maniera definitiva e, se ritiene che sussiste la causa di incompatibilità, lo invita a rimuoverla o ad esprimere l’opzione per la carica che intende conservare.

Se nei successivi dieci giorni da questa delibera, l’amministratore non provvede alla rimozione, il Consiglio lo dichiara decaduto. La procedura prevista dall’art. 69 del Tuel è tassativa e, nel caso di Giarre, qualora la condizione prevista dalla legge sia stata acclarata, non si comprende come mai nessuno provvede alla contestazione con successiva convocazione del Consiglio comunale sull’argomento.

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