La crisi politica che ha scosso l’amministrazione comunale di Riposto continua a far discutere. Le dichiarazioni dei protagonisti e i retroscena emersi nelle ultime ore offrono un quadro più chiaro delle dinamiche che hanno portato all’uscita del gruppo consiliare di appartenenza del consigliere Camarda e alla revoca dell’assessore Cucè.
Seduta consiliare al vetriolo ieri sera a Riposto sul caso Cucè. Assente “l’imputato”. Nel corso della movimentata assise si sono registrati alcuni precisi colpi di scena. Franco Camarda ha annunciato l’uscita dal proprio gruppo consiliare di appartenenza, PrimaRiposto, dichiarandosi indipendente.
FRANCO CAMARDA INDIPENDENTE “Pur riconoscendo l’impegno profuso dal gruppo consiliare non mi sento più in piena sintonia con l’indirizzo politico e le scelte che esso sta portando avanti. Ritengo che l’indipendenza sia la condizione necessaria per rappresentare al meglio i bisogni e le istanze dei cittadini, al di là di logiche di partito che talvolta possono entrare in contrasto con l’interesse collettivo.
Questa decisione – ha detto Camarda – non rappresenta una rottura personale con il gruppo consiliare di appartenenza, confermando la mia volontà di continuare a sostenere il programma del sindaco e di questa amministrazione, ponendo al centro del mio operato i valori della trasparenza, dell’ascolto e della partecipazione”. Chiara la sortita di Camarda: negoziare un assessorato allo stato vacante.
Provando la stucchevole forma del rimpiattino. Una liturgia di bassa politica già vista. Aspettiamo. Dal canto suo il sindaco Vasta ha ricostruito l’accaduto soffermandosi sulle divergenze insanabili con Cucè, reo di essere un “assenteista” incallito, di mostrare ingerenza nelle scelte del sindaco, su tutte la gestione del verde e delle manutenzioni delle scuole. Mostrando il suo disaccordo sugli affidamenti annuali a ditte di fiducia.
Evidentemente, sembra di capire tra le righe, Cucè non condivideva la scelta di affidare a precise ditte le manutenzioni… Divertente e al tempo stesso triste il siparietto del sindaco con la consigliera Sara Siliato. Scambio di accuse al vetriolo. Stracci volati in aula senza che nessun l’avesse chiesto. Dal canto suo il sindaco ha poi incassato la non necessaria solidarietà di alcuni consiglieri, di cui, per la prima volta, si è udita la voce e di altri ancora che quella stessa voce l’hanno teatralmente impostata, per rimarcare la propria fedeltà, quasi al limite del grottesco.
VASTA: CONFLITTUALITA’ E VELENI CON CUCE’ “Già all’inizio del 2024 – ha detto il sindaco esponendo l’accaduto – sono iniziate le prime divergenze politiche con Cucè che aveva dimostrato di non condividere la linea politica del sindaco; divergenze che sono parte di un sano confronto e di una normale dialettica, purchè non sfocino in momenti di continua conflittualità.
A ciò si sono aggiunte le continue assenze dell’assessore Cucè, in momenti molto importanti e che riguardavano le deleghe a lui assegnate”. Il sindaco si è soffermato sulle reiterate assenze di Cucè nelle sedute di giunta e che in quelle condizioni era diventato impossibile ogni forma di collaborazione. Nel frattempo l’imputato principale assente in aula, Valerio Cucè, ha finalmente deciso di rompere il silenzio, diramando un lungo comunicato.
L’ATTACCO FRONTALE DI VALERIO CUCE’
“La revoca dell’atto di nomina ad assessore del Comune di Riposto che mi riguarda, ritengo costituisca un grave abuso. A mio avviso, il potere di revoca è stato utilizzato in maniera distorta. Per uno scopo diverso da quello previsto dalla legge.
REGOLAMENTO DI CONTI Il sindaco può revocare l’atto di nomina ad assessore, ma non può trasmodare in una sorta di prerogativa arbitraria, da utilizzare all’occorrenza per “regolare i conti” con esponenti politici sgraditi.
Il Sindaco dice delle eresie pur di giustificare l’atto vile nei miei confronti, dimostrando un chiaro segno di debolezza, non di forza.
Ricordo al sig. Sindaco che, quando ci siamo conosciuti, già, perché non lo conoscevo nemmeno, come credo la maggior parte dei cittadini ripostesi, ero assessore con la Giunta Caragliano. Sono stato il primo a dargli fiducia. Per rendere più appetibile e rafforzare la sua candidatura, mi sono dimesso da assessore, cosa che non ha fatto il suo attuale vicesindaco, ed ho lavorato per formare un gruppo consiliare costituito da cinque consiglieri comunali che hanno aderito al suo progetto.
Mi sono prodigato per la formazione della lista come non mai. Sono stato eletto con poco meno di 700 voti di preferenza, senza accoppiamento con nessuno, ci tengo a precisarlo. Quindi voti reali che gli hanno permesso di fare il sindaco, un sogno che sarebbe stato irraggiungibile senza il mio apporto. Mi ha chiesto, ed ottenuto, un grande atto di fiducia, facendomi dimettere dalla carica di consigliere comunale. Dal giorno dopo – prosegue la nota di Cucè – ho lavorato sodo, con grande dedizione, senso di responsabilità e spirito di sacrificio.
Ho affrontato centinaia di problematiche, senza mai fare grandi proclami. Ho tolto tanto tempo alla mia famiglia, spesso saltavo il pranzo per non venire meno agli impegni. Nel settore lavori pubblici, c’erano scadenze impellenti. Il sig. Sindaco, che ama tanto fare proclami, ha ereditato tanto dalla Giunta Caragliano, della quale io facevo parte. Ho trascorso le mie ferie estive dentro il palazzo comunale, mentre il sig. sindaco era in vacanza. Ma non mi pesava, lo ribadisco, perché sono state dette tante idiozie.
BRAMOSIA DI FASCIA Non ho mai fatto azioni per offuscare l’immagine del sindaco, anzi spesso lo spronavo ad essere presente nelle manifestazioni importanti. Non ho mai avuto bramosia di fascia come tanti altri. Ho sempre preferito la concretezza all’apparenza. Non ho mai sofferto di protagonismo acuto.
Purtroppo si è creata una rivalità politica che non ho mai cercato, alimentata anche da tanti soggetti vicini al sindaco. Infatti, dopo le elezioni europee si è rotto l’incantesimo. Io, diversamente da quello che afferma il sindaco, militavo già da tempo in Forza Italia, lui stesso mi disse che non avrebbe mai preteso un cambio di casacca. Il risultato delle elezioni europee a Riposto per Sud chiama Nord fu deludente, mentre Forza Italia è risultato essere il primo partito. “Apriti cielo”.
Questa cosa è stata vista come un atto di forza da parte mia nei confronti del sig. sindaco. Niente di più falso. Ho semplicemente fatto la mia pulita ed onesta campagna elettorale a favore del mio partito e dell’ on. Marco Falcone. Come del resto hanno fatto altri componenti della Giunta e della maggioranza appartenenti ad altri partiti.
MISERABILE VICENDA Dovevano necessariamente ridimensionarmi, “tagliarmi le gambe”. Non voglio aggiungere altro a questa miserabile vicenda, senza precedenti. Potrei scrivere un libro sulle azioni fatte contro di me e le persone vicine a me. Il signor sindaco ha dichiarato che prende le distanze da me come uomo e come politico. Sono io a prendere le distanze dal sig. Sindaco. Da questo momento in poi non parlerò più. Non vedo l’ora che arrivino le prossime elezioni amministrative, citando un vecchio proverbio siciliano: “cu di sceccu ni fa mulu, u primu cauci è u so”.