La sentenza del giudice del lavoro Laura Romeo con la quale il tribunale
di Messina, ha condannato la Regione al pagamento di una serie di spettanze
dovute ad un ex lavoratore dell’Ial è un precedente
di grande importanza nel settore della Formazione.
Regione condannata
E’ la prima volta che un Tribunale si pronuncia in tal senso (sono numerosi i casi ancora in discussione nei diversi Palazzi di Giustizia dell’isola) e nel condannare l’assessorato regionale alla formazione al pagamento di fatto mette un punto fermo non solo su un diritto acquisito ma anche sull’effettivo ruolo che la Regione ha avuto in quel settore.
Il ricorso
A presentare il ricorso è stato lo studio legale Giuseppa Marabello
& associati, che ha assistito un lavoratore ex Ial Sicilia che lamentava
il mancato pagamento delle spettanze dovute dalla Regione a titolo di quota
integrativa per le annualità
2011/2012/2013/2014 del fondo di
garanzia appositamente istituito a tutela dei dipendenti ed espressamente
riconosciuto dalla normativa regionale.
Sia la legge regionale 10 del 2011 che le
circolari successive autorizzavano la Regione, attraverso l’assessorato alla
formazione ad attivare gli interventi sul Fondo di Garanzia per i
lavoratori della formazione istituito nel 2003 e destinato a misure di sostegno
al reddito.
Cosa è il Fondo di garanzia
Il fondo di garanzia prevede da parte della Regione
misure complementari di modo che, in caso di cassa integrazione (o misure
analoghe), si arrivasse a coprire il trattamento spettante al lavoratore. L’Inps
eroga somme fino all’80% ed alla Regione spettava il pagamento del restante
20%.
Con provvedimento dell’assessorato regionale infatti
si prendeva atto che dal 2011 i lavoratori dell’Ial
Sicilia in cassa integrazione erano 582
autorizzando anche il pagamento della forma di sostegno al reddito ed
elencando i destinatari.
Regione senza soldi?
Nel provvedimento però si subordinava il pagamento delle spettanze alla disponibilità dei
fondi. Successivamente la Regione giustificava
la mancata erogazione alla mancanza di fondi.
Il diritto dei lavoratori
Nel corso del contenzioso in tribunale l’avvocato Marabello, ha documentato come la Regione, attraverso 3 provvedimenti (nel 2013, nel 2014 e nel 2015) abbia espressamente riconosciuto ai lavoratori ex Ial Sicilia il diritto a ricevere le somme dovute a titolo di integrazione salariale per gli anni indicati.
…ma i soldi ci sono: 5 mln
Ha inoltre documentato come nel Fondo di Garanzia vi fossero ( e ci sono tutt’ora) giacenze per gli
anni dal 2011 al 2014 per quasi 5
milioni di euro.
Esistono quindi sia il riconoscimento del diritto alle
spettanze da parte della Regione che le risorse disponibili. Ed è proprio su
questo doppio assunto che il giudice Romeo ha dato ragione al lavoratore ed ha
condannato la Regione al pagamento delle spettanze.
Famiglie sul lastrico
Resta la perplessità sul perché, a fronte della drammatica situazione del settore della Formazione in Sicilia, che ha portato, dopo anni di sprechi e di mancata vigilanza, migliaia di famiglie sul lastrico, a pagare siano i lavoratori.
La presenza di somme
sul Fondo di garanzia, relativamente agli anni più duri per gli operatori
(nessuno dimentica che c’è chi si è tolto la vita per la disperazione) e la
contestuale mancata erogazione di quelle somme (peraltro a titolo di
integrazione, quindi pari al 20%), lasciano interdetti.
Sentenza storica
Più che probabile che siano tantissimi i lavoratori nella stessa posizione dell’ex dipendente Ial Sicilia e che danni, rimasti senza lavoro e senza adeguate misure di sostegno, attendono ancora il giusto risarcimento economico.
Gli anni delle vacche grasse per gli Enti di
formazione sono finiti, ma non è giusto che a pagare siano gli anelli più
deboli: i lavoratori.
Ecco perché questa sentenza è un importante
precedente.
Rosaria Brancato
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