MESSINA – In Sicilia, ad eseguire il maggior numero di interventi per tumore maligno all’ovaio è l’Azienda ospedaliera per l’emergenza Cannizzaro di Catania, seguita dal Presidio ospedaliero civico e Benfratelli di Palermo, dal Nuovo Ospedale Garibaldi – Nesima di Catania, dall’Ospedale Papardo di Messina e dall’Humanitas Centro Catanese di Oncologia di Catania.

A livello nazionale, considerando le 183 strutture italiane che effettuano almeno 5 interventi annui, solo il 28% (poco più di 1 su 4) di esse arriva a quota 20 operazioni. Soglia oltre la quale – secondo quanto viene riportato dal Pne 2018 – diminuisce marcatamente il rischio di residui tumorali (fattore associato a minori probabilità di sopravvivenza a cinque anni dall’operazione chirurgica per tumore ovarico). In Sicilia il valore di riferimento di minimo 20 interventi l’anno è rispettato dal 40% delle strutture (4 su 10).

“Fondamentale affidarsi a centri competenti”

“Come per tutte le patologie complesse – spiega a www.doveecomemicuro.it Giovanni Scambia, direttore scientifico della Fondazione Policlinico universitario Gemelli di Roma – anche per la gestione di questo carcinoma è fondamentale affidarsi a centri competenti e accreditati, in grado di garantire cure ed assistenza appropriate volte a prolungare la sopravvivenza e, al tempo stesso, a migliorare la qualità di vita”.

Il Benfratelli di Palermo primo in quanto a volume di interventi

Quanto al volume d’interventi per tumore maligno all’utero,
in prima posizione c’è il Presidio Ospedaliero Civico e Benfratelli di Palermo
seguito dall’Azienda Ospedaliera per l’Emergenza Cannizzaro di Catania, dal
Nuovo Ospedale Garibaldi – Nesima di Catania, dall’Ospedale Papardo di Messina
e dall’Humanitas Centro Catanese di Oncologia di Catania.

“L’alto numero di interventi eseguiti in un anno – spiega Elena Azzolini, medico specialista in Sanità Pubblica e membro del comitato scientifico del portale www.doveecomemicuro.it – è il primo elemento di cui tenere conto al momento di scegliere la struttura in cui operarsi, perché indicativo dell’esperienza accumulata da un ospedale. Una vasta letteratura scientifica, infatti, dimostra come un importante volume di attività abbia un impatto positivo sugli esiti delle cure”.

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