Caro
diario, anche quest’anno il rientro dalle ferie è stato traumatico.
Messina
sta piombando in un’atmosfera tribale,
ci manca solo che ci sfidiamo a colpi di machete sotto casa accusandoci l’un
l’altro delle peggiori nefandezze.
dal buco della serratura…..
Già di nostro, un po’ per Dna difettoso, un po’ per natura biliosa, siamo invidiosi del vicino, sbirciamo dietro il buco della serratura, godiamo dei guai degli altri.
Ma adesso ci si è messo pure il sindaco Cateno De Luca con le segnalazioni whatsapp al Comune, alimentando i peggiori istinti.
Al mio via scatenate l’inferno
Quando ha detto “da lunedì 7 è in funzione il numero whatsapp per le segnalazioni” è sembrato Russel Crowe nel Gladiatore: “Al mio via aprite i coperchi della spazzatura e fate uscire il peggio di voi”.
Ho visto cose…
Parenti-serpenti animati da rancori familiari appostati sotto casa della zia per fotografarla mentre getta i resti della frittura di pesce fuori orario. Gente che ha fatto un mutuo per pagare un drone e spiare il collega d’ufficio mentre sgaiattola al bar per un caffè.
I doppiofilisti….
Bambini dimenticati in aula 3 giorni perché il papà è appostato in via La Farina a scattare foto agli altri genitori con l’auto in DOPPIA E TRIPLA FILA PER CENTINAIA DI METRI all’uscita dalla scuola. Vicini di casa in pigiama nascosti in portineria per immortalare l’odiato inquilino del quarto piano che getta i rifiuti il sabato sera, per punirlo perché ha votato no alla proposta di parcheggiare tutti nel cortile.
e quelli del catetere….
Ho
visto due tizi che al bar hanno stretto
un accordo: io non ti segnalo perché metti l’auto nello stallo disabili con
un pass falso, in cambio tu non denunci la mia mansarda abusiva. Ho visto
impiegati costretti a portarsi il
catetere in ufficio per non allontanarsi neanche per fare la pipì.
Il whatspaparazzo
Alla mia amica Donna Cettina l’altra sera è venuto un infarto. Aveva gettato la spazzatura e stava rientrando quando un lampo improvviso l’ha quasi accecata. “Un whatspaparazzo!”, ha gridato stramazzando al suolo. Consapevole di avere pagato Tari, Amam, Ici, Imu, bollo auto, parrucchiere, gas, luce, canone Rai, non riusciva a capire perché mai l’avessero whatspaparazzata.
“dagli alla zozzona…”
Già si vedeva bersagliata sui social “zozzona, buuuu, togliamole la cittadinanza, diamo i suoi figli in affido, buuuu”. Mentre sveniva ha fatto appena in tempo ad accorgersi che non era il flash di una foto, ma i consueti fuochi d’artificio che a Cristo Re ed in zona circonvallazione, sono diventati la norma ad ogni week end.
Compleanno, meseversario, ritorno in tv di C’è posta per te, ogni motivo è buono per sparare i fuochi d’artificio, lasciare i resti dei festini, bottiglie comprese, ovunque, alla faccia dell’educazione e delle regole.
Panico da blitz
Da
quel giorno non esce più da sola e mi tocca accompagnarla, anche perché lei,
come l’80% dei messinesi ormai è
affetta da panico da blitz. Guarda
con sospetto persino gli alberi di Villa Dante temendo sia De Luca in uno dei
suoi travestimenti.
Pure io, quando esco di casa per fare la spesa col carrellino stile anziana anni ’60 ho il timore che si travesta da semaforo e mi multi per ambulantato selvaggio. Più che la multa temo di dover sorbirmi la diretta facebook della manfrina mentre mi si scongelano gli spinaci surgelati nel carrellino.
Il trucco anti-De Luca
Ma
conosco il trucco per capire se è un albero, un palo della luce, un cestino,
oppure il sindaco. Basta avvicinarsi all’albero dicendo: “ora vado a fare un blitz”.
Se l’albero si agita e inizia a gridare
“I
blitz a Messina li faccio solo io” allora è De Luca.
Fatto
sta che è scoppiata la whatspaparazzomania
e l’editore di Tempostretto sta
valutando se denunciare il sindaco per concorrenza sleale.
il whatsapp-bullismo
Anche
io sono stata vittima di whatsapp-bullismo:
la foto di me che gusto il cannolo
gelato del Bar Astoria al Messina Street
Food è stata affissa nello studio del mio dietologo come cattivo esempio.
Ho dovuto pagare una multa-sovrattassa per la tisana drenante: “Punirne
una per educarne 100” ha sentenziato il mio dietologo su facebook.
Confesso che anche a me viene voglia di fare le fotogallery della rotonda del viale Europa, simbolo dell’infinita inciviltà dei messinesi. Vorrei premere un pulsante e spedire i Suv, le auto e le moto posteggiate LUNGO LA ROTONDA e davanti all’ufficio postale, direttamente a Milano (dove non si azzarderebbero neanche a passare con il giallo al semaforo).
Caro
diario, posso anche vivere in una città di spioni-biliosi-delatori,
ma quel che non sopporto sono quelli che pur di attaccare De Luca si schierano
con morosi, furbetti ed incivili.
Moralisti a sindaci alterni
Sono
i moralisti a targhe alterne, anzi, a
sindaci alterni.
Bravi a puntare il dito contro gli incivili della doppia fila, chi non fa la differenziata, l’ambulante abusivo, chi si allaccia ad amam e pali della luce a sbafo, etc etc, ma se a fare azioni anti-inciviltà è quell’antipatico di De Luca, tutto cambia.
Dal set “L’esorcista”
Sia chiaro, il sindaco a volte sembra la bambina del film L’esorcista. Un minuto prima sta studiando bilanci e atti amministrativi ed un attimo dopo su facebook si trasforma in un leone da tastiera assetato di like.
Certo che m’arrabbio
Ma io, caro diario, pago acqua e tari, faccio la differenziata a Gravitelli, uso My cicero anche per 10 minuti, quindi mi arrabbio quando scopro che pago di più perché la metà dei miei concittadini non paga e per questo il servizio è di minore qualità.
Mai con i furbetti
Mai e poi mai mi schiererò con i
furbetti, i nullafacenti, con chi non
paga i servizi, con i doppiofilisti, con i ladri, con gli assenteisti. Mai.
Anche se Cateno De Luca mi sta antipatico. Perché i disonesti mi stanno molto
più antipatici ci di lui.
Ci
sono i
Fandidelucaaprescindere- Anche quando si trasforma nell’esorcista lo adorano
Quellicontrodelucaaprescindere– per loro De Luca è Lucifero
iosonoperleregolema- quelli per i
quali le regole si applicano solo agli altri. Sono per le regole solo se le
regole le fa applicare un altro sindaco che non sia De Luca.
In
questa terza categoria rientrano anche quelli che s’indignano per una serie di
comportamenti immorali o illegali però poi, da novelli oxfordiani con la puzza sotto il naso, contestano i modi e
le frasi usati da De Luca, sorvolando sul fatto che non pagherebbero i
contributi alla loro colf o badante neanche se la Finanza li beccasse in
flagranza di reato.
Il sorriso è anti-conformista
Se volete whatsapparmi col mollettone nei
capelli, quando esco sciatta di casa o col carrellino fate pure. Al numero del
whatsapp del Comune ho mandato il mio sorriso: perché nella città del rancore, dell’invidia sociale, un sorriso è un reato. E’ anticonformista. E’ la massima
infrazione.
Cari
leoni da tastiera, il mio sorriso vi seppellirà.
Rosaria
Brancato
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