PALERMO (ITALPRESS) – “E’ meglio privatizzare”. Nella querelle sulla gestione degli aeroporti siciliani si inserisce Vito Riggio, numero uno per 15 anni dell’Enac, sostenendo di fatto la stessa tesi del presidente della Regione, Renato Schifani, e del sindaco di Palermo, Roberto Lagalla. Una posizione la sua, spiega in un’intervista al Giornale di Sicilia, basata “su elementi concreti, confermati dal trend dell’ultimo trimeste, che hanno visto il settore aeroportuale privato italiano realizzare performances nettamente superiori a quelle dei competitor in Spagna, Francia e Germania”. Il settore pubblico “è rimasto indietro – sottolinea Riggio -. Un sistema che in Italia resiste solo in Sicilia, Calabria, Puglia e Sardegna, mentre negli altri scali, durante gli ultimi vent’anni, le società di gestione sono passate da Comuni, Province e Camere di Commercio a banche, grandi fondi di investimento e, soprattutto, a società specializzate nel settore, che hanno spinto al massimo i profitti. Oggi, il 90% degli aeroporti è amministrato o totalmente da privati, come Venezia e Roma, o da società miste con forte rappresentanza privata, come Milano”.
Per quanto riguarda i due maggiori aeroporti siciliani, Palermo e Catania, “è vero, le prestazioni ci sono state, ma i privati hanno fatto di più”. Secondo Riggio “Palermo e Catania hanno vinto facile, perchè la loro crescita è legata, giocoforza, alla posizione geografica e al fatto che l’unico modo per arrivare velocemente nell’isola è prendere un aereo. Ricordo anche che per fare investimenti, obbligatori negli aeroporti pena la revoca della concessione, a differenza dei privati, che hanno un rapido accesso ai fidi bancari, le società a carattere pubblico fanno più difficoltà a trovare fondi, e quando accendono una linea di credito con le banche rischiano più facilmente di restare debitori a lungo. Detto ciò, alla domanda se le scelte di gestione aeroportuale debbano essere affidate ai partiti o alla ricerca del profitto, il buon senso dovrebbe spingere per quest’ultima soluzione, ma evidentemente in Italia c’è ancora chi identifica il settore pubblico con l’idea di ‘giustò profitto e quello privato con ‘ingiustò profitto”.
Sul rischio infiltrazioni da parte della mafia, Riggio è categorico: “Mafia e corruzione si possono contrastare, non devono rappresentare un alibi per non cambiare le cose”. “Quanto ai posti di lavoro, la storia dimostra che le privatizzazioni hanno portato, a cascata, investimenti, sviluppo e occupazione”, conclude.
credit photo agenziafotogramma.it
(ITALPRESS).