Giovani, Università e lavoro. Questi i temi discussi nel corso del Welcome Opening di “Al Lavoro Sicilia 2020”, format organizzato da AlmaLaurea in collaborazione con la Rete degli Uffici di Placement degli Atenei siciliani e in programma fino al 3 luglio. Un tavolo per discutere dei recenti numeri del placement degli studenti universitari siciliani e dei metodi per migliorare e accrescere questo sistema.

Una discussione aperta da Francesca Pasquini presidente Almalaurea, che ha annunciato come 20 aziende, prevalentemente del settore industriale-energetico, hanno dato l’ok a colloqui con i 1964 giovani candidati. Tra le novità dell’università anche quella di un nuovo corso DAMS in cui è anche coinvolto il Teatro Biondo di Palermo (rappresentato da Pamela Villoresi che ha anche moderato la discussione).

“Il nostro compito è quello di formare i nostri giovani – ha spiegato il rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari -. Il tutto stando attenti ad un mondo del lavoro che è sempre più nazionale e internazionale. I giovani oggi sono cittadini del mondo”.

“Quello che devono fare le università è creare corsi di studio moderni in base alle richieste che vengono dal mondo del lavoro. L’università – ha aggiunto Micari – deve essere il tramite tra la scuola e il mondo del lavoro”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Salvatore Cuzzocrea, rettore dell’Ateneo di Messina: “Mettiamo in campo tutte le azioni informative. Oggi – ha sottolineato – l’università italiana ha dimostrato di sapersi adeguare alle necessità. Da quando sono rettore abbiamo istituito dieci nuovi corsi di laurea. Abbiamo il compito di dare a tutti le stesse opportunità e creare le generazioni di domani. Il problema dell’emigrazione per la ricerca di lavoro è un problema che esiste da sempre, dobbiamo continuare a migliorarci per far sì che i ragazzi si formino e riescano a entrare nel mondo del lavoro. Speriamo di implementare le aziende che entrano in contatto con gli atenei”.

Competenze, conoscenze e soprattutto apertura nel mercato del lavoro, solo in questo modo i giovani siciliani potranno riuscire a ritagliarsi il loro spazio: “Le Università devono dare competenze. I nostri studenti una volta laureati trovano possibilità non solo in Sicilia, ma ovunque – ha spiegato Francesco Priolo, rettore dell’Università di Catania -. La chiave è quella di fornire competenza interdisciplinari, bisogna essere flessibili. Il mondo si evolve in maniera rapida e le competenze specifiche oggi servono ma magari domani no. Stiamo lavorando ad un laboratorio in cui gli studenti vengono contaminati da saperi diversi in maniera tale di avere conoscenze a tutto tondo”.

Anche Giovanni Puglisi, rettore dell’Università degli Studi di Enna “Kore”, si è detto d’accordo sul fatto che “l’università in un territorio come il nostro abbia anche il compito di tenere alta l’asticella della sensibilità culturale. Sarà importante creare collaborazioni tra gli atenei per creare un link comune”.
(ITALPRESS).

Da Italpres

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