MESSINA – 92mila 392 morosi, l’83 % del totale. 119 milioni 224mila 379 euro di acqua non pagata negli ultimi vent’anni. Sono spaventosi i numeri di Amam, segno di un passato, in cui a pagare l’acqua erano pochi “fessi”, che si riflette ancora sul presente.
La maggior parte di quell’83 % ha un debito contenuto, ma ci
sono anche grandi debitori che contribuiscono a far salire quella cifra in modo
notevole, appunto fino alle soglie dei 120 milioni.
TUTTI I DATI
I debitori dell’uso domestico, infatti, sono 78mila 648, e la
media di ogni debitori è di “soli” 683 euro. Ovviamente, considerato l’elevato
numero di debitori, questo contribuisce a formare il 45 % del credito, pari a
53 milioni 731mila euro. Viene incassato il 78.87 % del dovuto, evaso il 21,13
%.
Una percentuale importante, il 28 %, è rappresentata da 2.494
condomini (circa 53mila utenze singole): 33 milioni 617mila euro (con una media
di 634 euro a utenza). Viene incassato il 77,85 % del dovuto, evaso il 22,15 %.
Si passa poi alle aziende. 3.755 quelle edili, con un debito
totale di 9 milioni 187mila euro, una media di 2.446 euro ciascuna, e una
percentuale del 7,71 % sul credito totale di Amam. Viene incassato il 75,64 %
del dovuto, evaso il 24,36 %.
181 tra ospedali, caserme e carceri, con un debito di 7 milioni
873mila euro, media di 43mila 500 ciascuno, e una percentuale del 6,60 %. Viene
incassato il 79,28 % del dovuto, evaso il 20,72 %.
6mila 280 aziende commerciali, con un debito di 7 milioni
560mila euro, media di 1.204 euro ciascuna, e una percentuale del 6,34 %. Viene
incassato il 67,18 % del dovuto, evaso il 33,82 %.
134 tra Università, scuole e uffici pubblici, con un debito di 2
milioni 830mila euro, media di 21mila 120 euro, e una percentuale del 2,37 %.
Viene incassato il 54,75 % del dovuto, evaso il 45,25 %.
856 aziende industriali, con un debito di 2 milioni 437mila
euro, media di 2.847 euro, e una percentuale del 2,04 %. Viene incassato il
68,53 % del dovuto, evaso il 31,47 %.
30 tra giardini, ville, impianti sportivi e cimiteri, con un debito di 1 milione 618mila euro, media di 53mila 937 euro ciascuno, e una percentuale dell’1,36 %. Viene incassato solo 13,32 % del dovuto, evaso l’86,68 % del dovuto.
10 alberghi, con un debito di 208mila 900 euro, media di 20mila 890
euro, e una percentuale dello 0.18 %. Viene incassato il 76,98 % del dovuto, evaso
il 23,02 %
4 per acqua alle navi, con un debito di 159mila 630 euro, media
di 39mila 907 euro, e una percentuale 0.13 %. Viene incassato il 95,63 % del
dovuto, evaso il 4,37 %.
Si arriva ad un totale di 119 milioni 224mila 379 euro, con una
media di 1.290 euro a utenza. L’Amam incassa solo il 77,3 % di ciò che
dovrebbe, mentre manca il restante 22,7 %.
LA DIFFERENZA TRA IL PERIODO 1999-2013 E IL PERIODO 2014-2018
Il quadro è suddiviso tra gli anni dal 1999 al 2013, ma non in
prescrizione perché è stato notificato atto interruttivo, e quelli dal 2014 al
2018. Ed emerge che quello di non pagare l’acqua è un malcostume duro a morire.
Tra il 1999 e il 2013, su un fatturato aziendale di 388 milioni
477mila euro, c’è ancora un 16,27 % non incassato, pari a 63 milioni 190mila
euro. Tra il 2014 e il 2018, su un fatturato di 136 milioni 737mila euro, non
sono stati incassati 57 milioni 727mila euro, cioè il 42,22 %.
GLI ANNUNCI DEL SINDACO DE LUCA
Finora è stato fatto troppo poco per contrastare il fenomeno. Così anche per la verifica degli allacci abusivi, stimato dall’azienda in circa 200 litri al secondo, cioè circa 1/8 dell’acqua distribuita in città.
“Abbiamo avviato le diffide a tutti i condomini ed
avviato una stretta sulle attività commerciali. Purtroppo, per avviare una
seria campagna di recupero del credito, tutto passa dal sistema di gestione
software e, quindi, la vera battaglia partirà al cambio di sistema gestionale” –
dice il sindaco Cateno De Luca.
Ma già da adesso non si resta con
le mani in mano. “Alcuni grossi utenti, condomini, ristoranti e attività commerciali
blasonate cominceranno a ricevere l’acqua al minimo di legge, che forse vi
consentirà di lavarvi a malapena la faccia. Abbiamo mandato le prime 151
diffide con annuncio di distacco, per 4 milioni 239mila euro di acqua non
pagata. Alcuni hanno presentato istanza di rateizzazione, la maggior parte
continua a cincischiare. E allora per 42 di loro, che hanno un debito di 1
milione 839mila euro, da lunedì (oggi, ndr) sarà disposta la chiusura dell’erogazione
idrica”. Prossimo step dal 1. novembre. “Le utenze domestiche subiranno una
riduzione al minimo di legge, le attività commerciali avranno il distacco
assoluto. E come venite a protestare – tuona il sindaco – pubblico i vostri
nomi su Facebook. Perché non si tratta di utenti indigenti, è solo malcostume”.
Le azioni di contrasto del recente passato hanno funzionato poco. “Le entrate medie annue sono rimaste sempre circa 23 milioni, si è recuperato appena 1 milione, noi prevediamo di recuperarne 5 entro dicembre”.
I DEBITI DI AMAM
Non solo crediti, Amam ha anche
debiti da onorare. Il più grosso, circa 50 milioni, con le società di energia
elettrica. “Abbiamo definito una rateizzazione, ma se recuperassimo i crediti
potremmo chiuedere subito il debito. Anzi, al momento, paghiamo 1 milione e
200mila euro annui in più di costi di energia, in quanto morosi”.
I PROBLEMI DEI CONDOMINI
“Abbiamo ricevuto proteste dai condomìni perché alcuni utenti dicono che pagano regolarmente e che il problema nasce dagli altri condòmini o da amministratori che si sono fottuti i soldi”. De Luca usa proprio queste parole. “Quando viene Amam a tagliare o ridurre l’erogazione dell’acqua è inutile che chiamate le forze dell’ordine perché significa denuncia per resistenza alla legittima azione della pubblica amministrazione. Perché non denunciate gli eventuali amministratori di condominio che si sono rubati i vostri soldi e non hanno pagato l’acqua perché magari avevano amici che li coprivano a Palazzo Zanca ed in Amam?. Denunciateli, ma non scaricate questioni di carattere privato sulla comunità”.
ACQUA H 24
Il sindaco risponde anche ad eventuali proteste di chi
lamenta di non avere l’acqua h 24. “L’acqua si paga a consumo – risponde -. Se
in determinate zone c’è acqua solo per 12 ore, quella si paga. Non è quindi una
giustificazione per non pagare. Puntiamo a migliorare il servizio se ognuno fa
il proprio dovere”.
IL CASO DI UN HOTEL “FAMOSO”
“Stamattina siamo andati a staccare l’acqua in un noto hotel – racconta De Luca -, che ha un debito di circa 160mila euro? Lo sapete cosa fa? Invece di conciliare, chiama i suoi avvocati e minaccia di chiamare i carabinieri. Com’è finita? Pomeriggio li aspettiamo in Amam con 40mila euro cash, per la firma di una rateizzazione triennale. Se non lo fanno, domani torno io personalmente a tagliare l’acqua”.
(Marco Ipsale)
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