PALERMO (ITALPRESS) – Eletto nuovo presidente dell’Associazione dei Comuni siciliani lo scorso 31 gennaio, si è immediatamente dovuto confrontare con diverse questioni spinose. Paolo Amenta ne parla in un’intervista all’Italpress.
“I primi temi che ho fin da subito dovuto trattare sono sicuramente quelli finanziari, relativi all’armonizzazione dei bilanci – spiega Amenta -. Molti Comuni sono andati in dissesto finanziario e altri in pre-dissesto, il fatto di armonizzarli ha fatto emergere criticità importanti nel rapporto con la finanza locale, con la Regione, che ha ridotto negli ultimi anni quasi di 6-700 milioni i trasferimenti ai Comuni. Il governo nazionale sta cambiando metodo e criteri di riparto rispetto ai finanziamenti delle funzioni fondamentali dei Comuni. E’ un argomento che stiamo provando a trattare”.
Con il governo regionale un confronto continuo, fitto e aperto per cercare di trovare le soluzioni migliori per i Comuni: “Abbiamo voluto instaurare con la Regione un rapporto molto lineare, leale e basato sul confronto, a prescindere dalla appartenenze ideologiche – sottolinea il presidente di Anci Sicilia -. Con il presidente Schifani abbiamo un rapporto schietto e netto, abbiamo anche degli accordi fatti per provare a mantenere quantomeno gli stessi fondi relativi al Fondo delle autonomie locali che in prima battuta è stato ridimensionato”.
“Lavoreremo su questo, oltre che sugli altri temi come quello dei rifiuti. I Comuni stanno facendo uno sforzo immane rispetto a quella che è la crescita della differenziata. Ma il paradosso che sta avvenendo in Sicilia è che sta crescendo la differenziata, ma aumentano i costi delle tasse per cittadini e imprese. Su questo stiamo provando a impostare con la Regione un rapporto di collaborazione. Ho fatto degli incontri con tutti i presidenti delle Società di Regolamentazione della Raccolta dei Rifiuti, provando a pianificare una sola voce da proporre alla Regione e creare le condizioni per far sì che si possa coinvolgere il ministero dell’Ambiente”.
Amenta si è soffermato anche sul Ponte sullo stretto, dopo che nei giorni scorsi ha svolto sul tema un’audizione alla Camera dei Deputati: “A noi non serve il Ponte per collegare solo Scilla a Messina, ma serve per collegare la Calabria e la penisola alla Sicilia. Questo passaggio, però, deve essere determinato dalle infrastutture interne al territorio siciliano: ferrovie, strade e le autostrade. C’è la possibilità di dimostrare se il Ponte fa realmente parte di un progetto strategico complessivo e non semplicemente la realizzazione di un monumento che deve dare lustro a qualcuno. Il Ponte deve mettere in modo altri meccanismi”.
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