- Salvo Cataldo
- 08/07/2020
- Cultura, Sicilia
- s.cataldo@agenziadire.com
Giace a una profondità di circa 70 metri. Il carico è composto da anfore databili tra il II ed I secolo avanti Cristo Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print
PALERMO – Un relitto di epoca romana che giace a una profondita’ di circa 70 metri, di cui e’ ben evidenziato il carico composto da anfore databili tra il II ed I secolo avanti Cristo, e’ stato individuato nello specchio d’acqua antistante l’isola di Ustica dalla Sovrintendenza del mare durante un’operazione di monitoraggio e rimessa in ordine dell’itinerario subacqueo. Le indagini preliminari sono state condotte con il supporto tecnico-logistico della guardia di Finanza.
“Abbiamo ripreso le attivita’ di ricerca e di manutenzione degli itinerari sommersi – dice la Soprintendente del mare, Valeria Li Vigni – grazie all’assessore Alberto Samona’ che ha manifestato la volonta’ di rimettere al centro dell’attenzione la Soprintendenza che rappresenta tutt’oggi un organo di ricerca, tutela e valorizzazione unico in Europa e che prosegue la propria attivita’ in tutti i mari di Sicilia”. Le immersioni sono state effettuate dal segnalatore e altofondalista Riccardo Cingillo.
Durante le tre giornate di lavoro sono state effettuate ricerche strumentali tramite ecoscandaglio, ROV e Rebreather. A Ustica le ricerche proseguiranno con saggi, rilievi videofotografici, e analisi diagnostiche sui reperti recuperati.
“Proseguire e potenziare le ricerche in mare ispirate dall’entusiasmo ancora vivido di Sebastiano Tusa – sottolinea l’assessore ai Beni culturali Samona’ – non e’ solo un atto di rispettosa memoria verso un uomo che ha investito gran parte della propria vita a valorizzare la Sicilia e il mondo sommerso, ma e’ soprattutto un investimento in termini di capacita’ di generare valore, attraverso il potenziamento di un segmento dell’offerta culturale connessa al patrimonio storico-archeologico sottomarino, in linea con i principi dettati dalla Convenzione Unesco sulla fruizione del patrimonio culturale. Ho dato un preciso input alla Soprintendenza del mare – prosegue Samona’ – perche’ prosegua nella ricerca sottomarina e possano ampliarsi le occasioni di conoscenza e divulgazione del patrimonio storico e archeologico custodito dal mare. Un ringraziamento doveroso alla guardia di finanza che ci ha accompagnato anche in quest’ultima scoperta”.
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