Si è concluso con quattro condanne il processo di primo grado per la morte di Beatrice Morici, una bambina palermitana di 5 mesi morta il 30 agosto 2018 all’ospedale Bambin Gesù d Roma dove era arrivata in condizioni gravissime dopo essere stata trasferita dall’ospedale San Vincenzo di Taormina.
Il Tribunale monocratico di Messina, come riportano i quotidiani Gazzetta del Sud e Giornale di Sicilia, ha condannato a due anni e sei mesi il cardiochirurgo pediatrico Felice Davide Calvaruso e due anni ciascuno, con la sospensione della pena, l’anestesista Simone Reale, il cardiologo pediatrico Andrea De Zorzi e il cardiochirurgo pediatrico Salvatore Agati.
Il pubblico ministero Roberto Conte aveva chiesto la condanna a 3 anni. L’inchiesta per omicidio colposo era approdata a Messina dopo una serie di passaggi. Nel luglio del 2018 la piccola fu sottoposta a un intervento chirurgico all’ospedale di Taormina ma qualcosa quel giorno andò storto. Come denunciarono i genitori, parte civile nel processo, l’intervento sarebbe dovuto durare circa cinque ore ma la bimba uscì dalla sala operatoria dopo dodici ore. La piccoa fu poi trasferita d’urgenza all’ospedale Bambin Gesù di Roma dove mori il 30 agosto 2018. L’inchiesta aperta nella Capitale fu poi trasferita per competenza a Messina.
Secondo l’accusa i medici non avrebbero ripetuto l’esame Tac pre operatorio ritenuto indispensabile per confermare la diagnosi originaria di difetto interventricolare perimembranoso programmando l’intervento per la chiusura del Div. Ma durante l’operazione, secondo l’accusa, si sarebbe riscontrata una diversa patologia che “l’omesso esame Tac avrebbe evidenziato e segnatamente un’agenesia dell’arteria polmonare sinistra e si eseguiva un intervento diverso da quello originariamente programmato andando incontro a una situazione imprevista che ne prolungava la durata e ne incrementava i rischi”. “Giustizia è stata fatta – hanno detto i genitori della piccola, parte civile nel processo, commentando la sentenza – Beatrice ha avuto giustizia, quella che meritava. Dopo sei anni e mezzo abbiamo avuto giustizia” .