L’accordo c’è. I soldi anche. La Città Metropolitana di Messina può chiudere il bilancio 2019. L’ex Provincia è salva. Ieri, dopo due ore di discussione presso l’assessorato Regionale delle Autonomie locali si è definita la ripartizione dei fondi per le ex province siciliane. Messina avrà un’assegnazione aggiuntiva di 10,1 milioni di euro dei 28 milioni totali ripartiti tra gli enti di area vasta dell’isola.
L’accordo palermitano
Le risorse rientrano nell’Accordo integrativo firmato nel maggio scorso tra Regione e Stato. Rappresentano la seconda tranche dei 100 milioni di euro complessivi destinati alle ex province siciliane. Gli altri 72 erano già stati erogati ad agosto. La divisione delle somme è arrivata in seguito all’approvazione dei consuntivi degli enti di area vasta, nonché all’aggiornamento della condizione finanziaria degli enti. Risorse alle ex Province che, nonostante la precedente assegnazione, versano ancora in condizioni di disequilibrio. Si tratta delleCittà metropolitane di Catania e Messina e Liberi consorzi comunali di Enna, Ragusa e Siracusa.
Clima di collaborazione
Soddisfatto il sindaco metropolitano di Messina Cateno De Luca. “La trattativa si è sbloccata perché la città Metropolitana di Messina ha rinunciato a circa 1,2 milioni di euro. Somma che in base ai criteri di assegnazione avrebbe dovuto ottenere, pur se non indispensabile per la chiusura del bilancio 2019. Tale rinuncia è stata fatta in favore del Libero Consorzio di Siracusa, ormai in dissesto. La richiesta è stata espressa dall’assessore regionale Bernadette Grasso per consentire il pagamento di un mese di stipendio ai dipendenti aretusei”.
I prossimi investimenti
Il sindaco spiega che c’è stata anche la definizione dei criteri di ripartizione dei 540 milioni di euro per investimenti nel quinquennio 2019/2024. “La Città Metropolitana di Messina risulta ampiamente ricompensata. La mirabile proposta dell’assessore Bernadette Grasso di utilizzare come parametri di riparto la lunghezza delle strade e il numero dei plessi scolastici, farà ottenere oltre 80 milioni di euro al territorio messinese. Fondi che serviranno per la messa in sicurezza di strade ed edifici scolastici”.
Il lavoro dell’assessore Grasso
«Con questa ulteriore erogazione di risorse – evidenzia l’assessore Bernardette Grasso – consentiamo finalmente alla maggior parte delle ex Province che si trovavano in condizioni di disavanzo di chiudere i bilanci, riprendere gli investimenti e di poter guardare al futuro con maggiore serenità. I finanziamenti assegnati nell’ambito dell’Accordo non sono un “regalo” fatto alla Sicilia, ma provengono dal Fondo di sviluppo e coesione ed erano già destinati alla nostra regione. Il nostro impegno proseguirà nella trattativa con il Governo nazionale per ciò che concerne la restante parte dell’intesa, ma anche per chiudere finalmente la questione del prelievo forzoso con lo Stato, richiedendo la giusta perequazione per gli enti siciliani, fino ad adesso fortemente penalizzati».
La voce dei sindacati
Tirano un sospiro di sollievo i sindacati, da sempre in prima linea. La Cisl Fp e la rappresentanza dei contrattisti Cisl della ex Provincia di Messina esprimono soddisfazione perché finalmente la conferenza Regione Autonomie Locali ha portato all’accordo sul riparto delle risorse finanziarie alle ex Province. Risorse che permetteranno, tra le altre cose, di mettere in sicurezza il personale e i 94 contrattisti. “Tutto ciò consentirà alla ex Provincia Regionale di Messina di tornare alla normalità e rilanciare così le funzioni proprie dell’Ente, salvaguardando tutti i finanziamenti. Nell’immediato, l’adozione degli strumenti finanziari consentirà ai dipendenti di avere riconosciuti gli arretrati del piano performance 2017, 2018 e gli arretrati del contratto nazionale.
Siamo convinti che una nuova fase positiva si apra di fatto per l’ex Provincia Regionale di Messina e principalmente per l’avvio senza tentennamenti del percorso di stabilizzazione del personale contrattista adottando con i vertici dell’Ente, in un clima di sincera collaborazione, tutti gli atti necessari entro il 31 dicembre 2019, come previsto dalla normativa vigente”.
Anche per il Csa adesso l’obiettivo dev’essere la stabilizzazione. “Un risultato a cui abbiamo lavorato incessantemente – dicono Giuseppe Badagliacca e Santino Paladino di Csa-Cisal – sia sul fronte regionale che su quello nazionale. Adesso bisogna passare alla stabilizzazione dei precari e all’individuazione di risorse, sia in Sicilia che a Roma, che assicurino la continuità dei servizi anche in futuro”.
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