Un nuovo disastro si abbatte sulla costa ionica. Giarre e Riposto sono ancora una volta in ginocchio, provate da una violenta alluvione che ha riportato alla mente i drammatici eventi del 1995. Strade trasformate in fiumi in piena, abitazioni allagate, infrastrutture danneggiate: il territorio è martoriato e la popolazione è sconvolta.
Le testimonianze dei cittadini sono strazianti. Cateno Messina, residente in via Ercole Patti, descrive l’acqua che ha invaso la sua casa fino al primo piano, mentre un’anziana di via Cozze, al confine con Riposto, si nasconde dietro una tenda, sconvolta dai danni subiti. A Torre Archirafi, il paesaggio è apocalittico: strade divelte, auto ribaltate e tratti di muro del lungomare spazzati via.
A Giarre, in particolare, l’alluvione ha riaperto le ferite del passato. Molti cittadini hanno rivissuto la tragedia del 1995, quando un fiume di fango invase le strade, causando danni ingenti e provocando vittime. Anche questa volta, via Foscolo, costruita su un torrente in una zona a rischio idrogeologico, è stata tra le più colpite.
L’urbanizzazione selvaggia e la mancanza di interventi di prevenzione sono alla base di questi disastri. La cementificazione dei torrenti, la costruzione di edifici in zone a rischio e la scarsa manutenzione delle infrastrutture hanno reso il territorio estremamente vulnerabile agli eventi atmosferici estremi.
È urgente intervenire per mettere in sicurezza il territorio e prevenire future calamità. La Regione e le amministrazioni locali devono investire in opere pubbliche, promuovere una cultura della prevenzione e adottare misure strutturali per mitigare il rischio idrogeologico.