L’assegnazione di 50mila euro dalla Regione Siciliana per l’ammodernamento dell’impianto elettrico del Duomo di Giarre solleva perplessità e qualche oggettiva critica.

Taluni si sono affrettati a ringraziare il deputato regionale Cateno De Luca, e ad attribuirsi il merito di questa assegnazione. Medaglietta al collo e via. Certo appare più che evidente come si tratti di un finanziamento di modesta entità, che la Chiesa potrebbe tranquillamente ottenere attraverso i propri canali. E invece si è resa necessaria l’intercessione.

Un finanziamento “spot” per la politica locale? Qualcosa del genere. Un fenomeno del 2024 considerato che nel maxi-emendamento regionale la parola “parrocchia” compaia ben 73 volte nel testo e altre 76 nella tabella allegata. Questo dato evidenzia come le chiese e le diocesi siano destinatarie di ingenti contributi per le più svariate attività. Da qui la domanda: è legittimo che la Chiesa, un’istituzione che dispone di ingenti risorse economiche, riceva finanziamenti pubblici per la manutenzione dei propri edifici?

In questo contesto, in ogni caso, i 50mila euro destinati a Giarre appaiono come una “mancetta”, un finanziamento di modesta entità che, come detto, sembra più finalizzato a una promozione politica locale che a un reale sostegno alle esigenze della comunità.

Il confronto con la vicina Riposto rende ancora più evidente la sproporzione delle risorse allocate. Giarre riceve un finanziamento relativamente modesto per un intervento di manutenzione ordinaria.

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