“Sul filo della memoria”. L’assessorato alla Cultura e alla Pubblica Istruzione, con il contributo della Società Giarrese di Storia Patria e Cultura e dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, ha celebrato, al teatro Rex, la “Giornata della Memoria”, offrendo l’opportunità di riflettere su uno dei capitoli più oscuri della storia dell’umanità. L’iniziativa culturale ha coinvolto gli alunni degli istituti scolastici cittadini. L’evento fa seguito ad una correlata iniziativa in corso di svolgimento in questi giorni presso la biblioteca comunale, rivolto agli alunni delle terze classi degli Istituti secondari di primo grado e del primo biennio degli Istituti superiori avente ad oggetto il “Percorso conoscitivo delle fasi che condussero alla soluzione finale: dalle leggi di Norimberga allo sterminio sistematico degli ebrei nei campi di concentramento”.
L’intento della manifestazione, così come hanno sapientemente evidenziato il sindaco Leo Cantarella e l’assessore alla Pubblica Istruzione, Antonella Santonoceto, è quello di far conoscere alle nuove generazioni gli eventi che hanno segnato in modo indelebile la storia dell’umanità, le leggi razziali, la Shoah. Sul palco del Rex hanno emozionato il pubblico di studenti le testimonianze di Rita Garufi, figlia del deportato giarrese Antonino, che ha illustrato alla platea con foto e documenti preziosi, la terribile esperienza della deportazione del padre, autore del libro “Storia di un deportato”.
Garufi, carabiniere e poi partigiano nella “brigata Osoppo”, nel suo libro ha raccontato la drammatica deportazione, a partire dalla cattura, avvenuta a Faetis, nei pressi di Udine, il 29 Settembre del ’44, fino alla liberazione il 13 Aprile 1945. Dachau, Buchenwald, Ohrdruf le tappe del suo viaggio agli inferi. Quando è stato liberato pesava appena 40 kg, un uomo di un metro e ottanta.
E’ rientrato nella sua Giarre cinque mesi dopo. La testimonianza di Rita Garufi, ha toccato profondamente i giovani presenti in sala, ai quali ha trasmesso l’importanza di non dimenticare le atrocità commesse durante la Shoah. Intenso anche il racconto di Placido Sangiorgio, la cui storia è stata tratteggiata dal figlio Gerardo. Intellettuale di Biancavilla, Placido Sangiorgio è stato imprigionato nei lager nazisti perché ebbe il coraggio di opporsi alla Repubblica di Salò (voluta dalla Germania di Hitler e guidata da Mussolini nel 1943, dopo l’armistizio di Cassibile). Il sindaco Cantarella e l’assessore Santonoceto si sono soffermati sul valore dell’iniziativa che consente di tramandare alle nuove generazioni la memoria della Shoah e di sensibilizzare i giovani sui temi della tolleranza, del rispetto e della convivenza civile.