PALERMO (ITALPRESS) – “L’azienda municipalizzata ha nominato un proprio difensore di fiducia e fornirà la massima collaborazione all’autorità giudiziaria per giungere a un rapido accertamento della verità e di eventuali responsabilità”. Così il vicesindaco di Palermo, Carolina Varchi, in merito all’inchiesta sull’Amap e al relativo sequestro di beni per circa 20 milioni di euro su disposizione della Procura Europea – EPPO, Ufficio di Palermo. Il provvedimento eseguito dalla Guardia di Finanza riguarda l’azienda partecipata del Comune, che si occupa della gestione del servizio idrico, Giuseppe Ragonese, 63 anni, direttore generale della società, Alessandro Di Martino, 53 anni, amministratore unico dal 18 marzo del 2019, e Maria Concetta Prestigiacomo, 70 anni, ex assessore comunale e amministratore unico di Amap dal marzo 2014 al 18 marzo 2019; per tutti l’accusa è di indebita percezione di erogazioni pubbliche aggravato dalla qualifica di incaricati di pubblico servizio. A far scattare l’indagine la denuncia della Banca Europea degli Investimenti (BEI), che nel 2017 ha erogato un prestito agevolato di 19 milioni e 975 mila euro a valere sul Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici (EFSI), e finalizzati alla realizzazione di un programma di investimento nel settore della produzione di acqua potabile e trattamento delle acque reflue.
Secondo i Pm europei, tuttavia, i vertici dell’azienda avrebbero omesso di comunicare alla BEI la commissione, tra il 2017 e il 2020, di gravi violazioni, anche di rilevanza penale, in materia ambientale, e che se rese note avrebbero portato allo stop del finanziamento, e dunque alla sua revoca. La condotta dei dirigenti avrebbe causato un danno superiore a 100 mila euro agli interessi finanziari dell’Unione Europea. “Nel frattempo, come Socio di maggioranza intendiamo lanciare un segnale di rassicurazione perchè siamo già al lavoro per individuare la soluzione più rapida che consenta la continuità aziendale, i livelli occupazionali, il regolare pagamento di stipendi e forniture e la normale erogazione del servizio in tutto il territorio cittadino e provinciale coperto dall’azienda”, aggiunge Varchi.
Il provvedimento del Tribunale di Palermo desta infatti non poca apprensione sulle possibili ripercussioni dell’Amap, a partire dal possibile blocco del pagamento degli stipendi ai 686 dipendenti. A rischio potrebbero essere anche le attività legate alla gestione del pubblico servizio idrico integrato a Palermo e negli oltre 40 Comuni della Provincia. “Chiediamo subito una convocazione per affrontare l’emergenza e dichiariamo lo stato di agitazione”, affermano Calogero Guzzetta e Nino Musso della Filctem Cgil Palermo e Maurizio Terrani della UilTec Sicilia-Palermo. Nessun commento invece da parte della Cisl che al momento sulla vicenda non ha rilasciato dichiarazioni.
Intanto, come annunciato dallo stesso vicesindaco, l’assemblea dei soci ha deciso che a curare la difesa dell’azienda in sede giudiziaria sia un legale di fiducia, nello specifico Giovanni Di Benedetto, che già da lunedì chiederà la revoca del provvedimento.
“A seguito del provvedimento di sequestro notificato ieri all’Amap, che coinvolge anche l’amministratore unico e il direttore, l’assemblea dei soci ha deciso che a curare la difesa dell’azienda in sede giudiziaria sia un legale di fiducia”, si legge in una nota della Società partecipata, che si occupa della gestione del servizio idrico.
“Nella giornata di oggi – sottolinea la nota -, il collegio dei sindaci ha quindi provveduto a nominare l’avvocato Giovanni Di Benedetto che già lunedì prossimo chiederà la revoca del provvedimento di sequestro e, una volta presa visione di tutta la documentazione del procedimento, valuterà i passi necessari per dimostrare la regolarità della procedura che ha portato, nel 2017, all’emissione del prestito da parte della Banca Europea degli Investimenti. L’azienda ha oggi, inoltre, informato il prefetto di Palermo, Maria Teresa Cucinotta, delle conseguenze che il provvedimento di sequestro determina per la operatività di Amap. Nella nota l’azienda sottolinea, per le opportune valutazioni, che ‘i servizi forniti alle utenze sono da ritenersi essenzialì. In particolare è stato rappresentato che ‘Amap è gestore unico del Servizio Idrico Integrato in ambito provinciale e, in atto, fornisce i relativi servizi alla popolazione di 47 comuni dell’area metropolitana, fra cui il capoluogo, con una popolazione di circa un milione di residentì”.
“Il sequestro preventivo disposto dal Tribunale di Palermo – prosegue la nota della Società partecipata – ha comportato il blocco dei conti correnti intestati all’azienda, per cui ‘a seguito di tale provvedimento sono stati bloccati con effetto immediato tutti i pagamenti da parte dell’azienda, fra cui gli stipendi dei dipendenti per il corrente mese di maggio nonchè le procedure riguardanti i pagamenti verso i fornitori e i soggetti con i quali l’Azienda intrattiene rapporti contrattualì”.
“Diverse imprese – si legge ancora nella nota – che eseguono lavori per conto dell’Azienda, nonchè diversi fornitori di beni e servizi hanno preannunciato che non potranno garantire la regolare esecuzione dei contratti in essere qualora Amap non fosse in grado a sua volta di adempiere all’obbligo contrattuale dei puntuali pagamenti”.
Tanti gli interrogativi, così come tanta la preoccupazione tra lavoratori e cittadini. Previsto per la mattina del 29 maggio un sit-in davanti alla sede della Prefettura di Palermo.
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