Vizzini ha aperto le porte al mondo intero, abbracciando storie di speranza, sacrificio e rinascita, in occasione della 110ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Dal 27 al 29 settembre, il piccolo comune è diventato un simbolo di accoglienza e integrazione, grazie a un programma ricco di eventi che hanno visto la partecipazione di istituzioni locali, associazioni e protagonisti diretti del fenomeno migratorio.
Il Dio che Cammina con il Suo Popolo: Un Dibattito che Unisce e Riflette
Le celebrazioni sono iniziate il 27 settembre con un intenso dibattito pubblico sul tema “Dio cammina con il suo popolo”, ospitato presso i locali della Società Operaia di Mutuo Soccorso. L’aria si è subito riempita di emozioni e riflessioni profonde quando Don Antonino Maugeri, parroco di Sant’Agata, ha aperto la discussione con un messaggio di fratellanza e solidarietà, ricordando quanto sia fondamentale camminare insieme, senza lasciarsi nessuno alle spalle.
Accanto a lui, il sindaco di Vizzini Salvatore Ferraro, insieme a rappresentanti delle politiche sociali e delle cooperative locali, ha tracciato un bilancio delle attività di accoglienza, sottolineando come la comunità vizzinese sia diventata una “seconda casa” per molti rifugiati. L’attenzione si è poi spostata sulla proiezione del film “Io Capitano” di Matteo Garrone, che ha riportato con crudezza le difficoltà di un viaggio verso la speranza, quello che ogni giorno migliaia di migranti affrontano alla ricerca di una nuova vita.
“Un Calcio per la Solidarietà”: Lo Sport che Abbattere i Muri e Costruisce Legami
Il secondo giorno è stato dedicato alla forza aggregante dello sport, con una partita di calcio presso lo stadio comunale “Matteo Agosta”. “Un calcio per la solidarietà” non è stata soltanto una competizione amichevole, ma un esempio concreto di come lo sport possa essere un linguaggio universale, capace di abbattere barriere culturali e sociali. I protagonisti in campo – migranti, rifugiati e membri della comunità locale – hanno dimostrato che la diversità non divide, ma arricchisce.
Le risate, i cori e gli abbracci finali hanno scandito una partita giocata all’insegna della fratellanza, dove la vittoria non si misurava in gol segnati, ma nel numero di legami costruiti.
Testimonianze di Vita e Rinascita: La Voce dei Beneficiari del Progetto SAI
Il 29 settembre, la celebrazione eucaristica presieduta da Don Tino Zappulla, presso la Parrocchia Sant’Agata, ha chiuso il ciclo degli eventi, lasciando spazio a testimonianze vibranti di emozioni. Tra queste, quella di Ibrahim Mande, un giovane uomo proveniente dal Benin, che con il cuore pieno di gratitudine ha raccontato la sua storia. Ibrahim è arrivato in Italia il 21 giugno 2023 e ha trovato accoglienza e sostegno nel SAI di Caltagirone.
“Non sapevo una parola d’italiano quando sono arrivato, ma grazie ai corsi di alfabetizzazione ho imparato a comunicare e adesso sogno di conseguire il livello B1 e B2. Qui ho trovato non solo un rifugio, ma una possibilità concreta di costruire un futuro per me, la mia compagna e i miei figli”, ha condiviso con commozione. Con una determinazione che non conosce confini, Ibrahim spera di trovare un lavoro stabile e garantire un avvenire sicuro ai suoi bambini, che si affacciano alla vita in un paese nuovo, ma che può già essere chiamato “casa”.
Il Calore di una Comunità che Si Fa Famiglia
Le celebrazioni si sono concluse con un grande abbraccio collettivo, simbolo di un’Italia che sa accogliere e sostenere chi è costretto a lasciare tutto per cercare un’opportunità di vita migliore. Anche a Licodia, le testimonianze dei beneficiari del SAI hanno arricchito la giornata con racconti di lotta e speranza. Tra queste, la storia di una giovane madre arrivata con il suo bambino, che ha trovato nella struttura di Grammichele un punto di partenza per ricominciare a sognare.
La 110ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato ha rappresentato molto più che una semplice celebrazione: è stata una testimonianza vivente di come la solidarietà e l’accoglienza possano trasformarsi in pilastri per costruire una società inclusiva e solidale. Una società dove ogni individuo è chiamato a essere parte attiva di un cammino comune, senza lasciare indietro nessuno.