Un violento pestaggio ai danni di un “cliente” abituale ha dato il via a una complessa indagine dei Carabinieri, denominata “Caronte”, che ha portato allo smantellamento di un’attività di spaccio di sostanze stupefacenti gestita da un’intera famiglia a Riposto.

Nel settembre 2023, un uomo recatosi in via De Maio per acquistare marijuana è stato brutalmente aggredito con bastoni, a seguito di una discussione sul parcheggio della sua bicicletta elettrica. L’episodio, denunciato ai Carabinieri, ha intensificato i controlli nel complesso di case popolari di via Gaetano de Maio, noto luogo di residenza di diversi membri del gruppo criminale.

I Carabinieri hanno installato in via Calabretta una telecamera per monitorare i movimenti sospetti, ma il dispositivo è stato rapidamente individuato e rimosso dagli indagati, con la collaborazione di un minorenne. Le intercettazioni ambientali hanno rivelato il ruolo di Giovanna Privitera e di un minore nell’operazione di rimozione della telecamera. Giovanna Privitera, abbassando il finestrino della propria auto, intercettata, parla con un soggetto maschile, la cui voce viene riconosciuta in un minore. Giovanna Privitera: “Cosa è successo?; minore: “Fuori c’è la telecamera, la stanno staccando…; Giovanna Privitera: “Zitto!”;  minore: “Minchia, sono caduto malato che ho visto la telecamera là!” Govanna Privitera: “… state attenti!”. 

Il ruolo di Ivan Privitera

L’operazione “Caronte” ha permesso di delineare il ruolo di Ivan Privitera come promotore dell’attività illecita. Le conversazioni intercettate hanno evidenziato come l’uomo organizzasse e dirigesse lo spaccio, impartendo direttive precise ai suoi complici e assicurando le forniture di droga.

La custodia e la vendita al dettaglio della droga erano affidate ai membri della famiglia, che si occupavano anche del controllo del territorio, utilizzando telecamere per prevenire incursioni delle forze dell’ordine. L’operazione “Caronte”, il cui nome in codice si ispira al traghettatore dell’Ade nella mitologia greca, sottolinea il legame tra lo spaccio di droga e il viaggio verso la morte. L’indagine ha portato all’identificazione e all’arresto dei responsabili, ponendo fine a un’attività illecita che aveva radici profonde nel tessuto sociale di Riposto.

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