“Grazie all’impegno del Presidente Musumeci e dell’Assessore regionale alle infrastrutture, Marco Falcone, il risanamento delle zone baraccate della città di Messina sta continuando senza sosta”.
A dirlo è il sindaco Cateno De Luca che, dopo l’intesa giornata palermitana di ieri, continua l’elenco delle buone notizie per la città di Messina. Buone notizie che riguardano anche il risanamento.
14 milioni
«Ieri abbiamo sbloccato i primi 14 milioni di euro e nelle prossime settimane, grazie alla indiscutibile competenza del direttore generale, Fulvio Bellomo e dei suoi funzionari, saranno sbloccati circa 25 milioni di euro. Purtroppo le precedenti Amministrazioni comunali non hanno impedito che le risorse assegnate alla città di Messina con la legge 10/90, oltre 260 milioni di euro, venissero eliminate sia per mancanza di spesa che per vera idiozia politica e amministrativa” dice De Luca.
Cinque anni per eliminare le baracche
Può continuare dunque l’operazione sbaraccamento. Ma De Luca adesso sembra essere più realista nelle tempistiche. Le baracche dovevano essere eliminate entro il 31 dicembre dell’anno scorso. Adesso le previsioni di De Luca si allungano e non di poco.
“Nei prossimi cinque anni, grazie al Governo Musumeci, si chiuderà la stagione delle baracche eliminando una storia vergognosa che ha sempre caratterizzato il senso di rassegnazione dei messinesi”.
Il caso Camaro Sottomontagna
In tema di risanamento, un appello arriva da Camaro sottomontagna. “Pur comprendendo gli sforzi di amministrazione e Arisme e pur consapevoli della complessa burocrazia che c’è in atto prima di poter mettere in funzione le ruspe nell’area sbaraccata, non possiamo non esprimere la nostra preoccupazione per i pericoli e lo stato di assoluto degrado che stanno sempre più esasperando e minacciando i residenti di Camaro S. Paolo limitrofi all’area sgomberata ormai da ben 10 mesi”.
A dirlo il consigliere comunale Libero Gioveni e il consigliere della terza Circoscrizione Alessandro Cacciotto. Non li convincono alcuni passaggi sanciti a più riprese dai soggetti istituzionali coinvolti.
Perché non si va avanti?
«Inizialmente si era detto che l’ostacolo maggiore fosse rappresentato dalla presenza di amianto che, come è noto, necessita di particolari procedure di legge per essere prelevato e smaltito. Poi, però, il Presidente di Arisme Scurria dichiara di non accontentarsi di sbaraccare solo quest’area, bensì vorrebbe attendere di completare ormai il risanamento della parte bassa di Camaro S. Paolo. Dopo naturalmente aver completato l’iter per l’acquisto di alloggi sul mercato. Obiettivo che noi “bolliamo” come pura utopia per i tempi troppo lunghi che ancora occorrono per l’espletamento delle procedure.
E infine – ricordano Gioveni e Cacciotto – viene fuori l’alibi che occorrerebbe, prima di procedere, il passaggio formale delle aree dall’Iacp ad Arisme, consegna che non sappiamo ancora sia avvenuta.
10 mesi dopo
Fatto sta – insistono i due esponenti Pd – che ci stiamo avvicinando già al primo anno di sgombero dalle baracche e fra eternit depositato, materiale di risulta accatastato e rifiuti vari abbandonati dai soliti incivili, la zona è diventata invivibile».
Per questo chiedono un’urgente indizione di una conferenza dei servizi fra tutti gli enti coinvolti che possa finalmente dettare i tempi e le modalità per le tanto attese operazioni di sbaraccamento.
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