Segnali di apertura dal nuovo vertice dell’Assessorato regionale alla Salute. Daniela Faraoni, nominata di recente alla guida della sanità siciliana, ha convocato per il prossimo 14 aprile alle ore 15.00, all’interno dell’assessorato regionale alla Salute, un incontro ufficiale con il Coordinamento Inter-sindacale Medici del Servizio Territoriale (CIMeST). Tra i protagonisti del tavolo, anche il Sindacato Italiano di Odontoiatria Democratica (SIOD), che guarda alla convocazione con attenzione, ma anche con la richiesta chiara di un cambio di paradigma: trasparenza, dati oggettivi e reale volontà contrattuale.

Al centro della richiesta sindacale, c’è la necessità – ritenuta non più rinviabile – di ottenere i flussi C e M relativi agli anni 2023-2024, fondamentali per l’analisi della spesa sanitaria e la sua suddivisione per branche specialistiche. “La mancanza di dati ha reso finora ogni confronto un esercizio sterile”, afferma il segretario generale SIOD, Dr. Francesco Romano. “Non possiamo discutere di aggregati di spesa o criteri premianti se non conosciamo le basi numeriche da cui si parte”.

Il riferimento è all’andamento della contrattazione negli anni passati, spesso relegata – denuncia il sindacato – a momenti informativi senza contenuti realmente negoziali. La nuova guida dell’Assessorato viene ora invitata a rompere con una prassi che ha alimentato disuguaglianze sistemiche, soprattutto ai danni dell’odontoiatria pubblica.

Il quadro delineato dal SIOD è clinicamente e amministrativamente critico: da oltre vent’anni le tariffe odontoiatriche non subiscono adeguamenti ISTAT, mentre i meccanismi di premialità introdotti con il decreto del giugno 2024 – denuncia il sindacato – avrebbero favorito strutture che avrebbero comunicato dati non corrispondenti alla realtà: ore lavorative sovrastimate, dipendenti inesistenti, prestazioni gonfiate.

Oltre a ciò, SIOD sottolinea una destinazione impropria delle risorse pubbliche: fondi teoricamente destinati all’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) sarebbero stati impiegati per coprire oneri previdenziali ENPAM, alterando l’equilibrio tra spesa corrente e prestazioni effettivamente erogate.

Ulteriore punto dolente, la mancata risposta dell’Assessorato a una proposta formale avanzata da SIOD mesi fa, relativa alle conseguenze del cosiddetto “Decreto Lorenzin”, che ha introdotto criteri più rigidi per l’accesso alle cure odontoiatriche pubbliche. La riforma – afferma il sindacato – rischia di escludere una fascia consistente della popolazione, con effetti diretti sulla salute orale e indiretti su quella sistemica.

“Abbiamo presentato un documento tecnico con finalità correttive e costruttive”, precisa Romano, “ma da parte della Direzione Pianificazione Strategica non è giunta alcuna risposta. Un silenzio che pesa, se si considera che si parla di salute pubblica”.

 Il SIOD chiede all’Assessora Faraoni di ristabilire legalità, equità e coerenza nella gestione della sanità territoriale, ponendo fine alla storica emarginazione dell’odontoiatria pubblica.

“Non si può invocare il rispetto delle regole dai professionisti del territorio”, conclude Romano, “se è proprio l’amministrazione pubblica a disattenderle. Servono programmazione, investimenti, e soprattutto una visione sistemica che riconosca finalmente all’odontoiatria il ruolo che le spetta nella tutela della salute collettiva”.

Loading