Almeno duemila persone si sono strette attorno alla famiglia per l'ultimo saluto a Felice Gimondi. Un lungo applauso ha accolto la salma dell'ex campione bergamasco nella chiesa di Sant'Alessanro a Paladina, in provincia di Bergamo. Tantissime persone hanno riempito la chiesa e affollato la piazza. Presenti, tra gli altri, Davide Cassani, Francesco Moser, Beppe Saronni, Moreno Argentin, Claudio Ferretti, Dino Zandegu' e il presidente della Federazione ciclistica italiana Renato Di Rocco.
"Felice Gimondi ci ha insegnato che la fatica e' una medicina. Una nota frase lo raccontava come un ragazzo partito dall'oratorio di Sedrina e arrivato in maglia gialla a Parigi. Ora e' giunto in Paradiso e da questo traguardo lo invitiamo a sorriderci ed aiutarci per vivere da uomini la corsa della nostra vita" le parole di monsignor Davide Pelucchi, Vicario Generale della Diocesi di Bergamo, nel suo intervento durante il rito funebre. Monsignor Pelucchi ha poi rimarcato l'amore di Gimondi per la famiglia e per la moglie Tiziana, con la quale ha condiviso un matrimonio lungo 51 anni. "Venerdi' scorso – ha raccontato il Vicario della Diocesi di Bergamo durante i funerali – ha dato un bacio alla moglie e l'ha salutata con un messaggio affettuoso: 'Ci vediamo tra poco'".
"Felice ci ha insegnato a lottare sempre, a non cedere mai, a non arrendersi, perche' nella vita non si puo' sempre vincere" e' stato il ricordo che Don Mansueto Callioni, amico intimo di Felice Gimondi, ha voluto fare del campione. "Ogni funerale cristiano e' una celebrazione di solidarieta' umana e di fede – ha aggiunto il parroco di Alme' – Quanti abbracci, quante strette di mano, quante lacrime in questi giorni. Nella sua vita Felice ha ricercato i valori della famiglia, del lavoro, della fede e le virtu' della costanza, della tenacia, dell'onesta', della prudenza e della fedelta': oggi sentiamo il bisogno di stare in silenzio per condividere il dolore della famiglia".
"Voglio salutare Felice come grande uomo, grande marito, grande papa', grande fratello, grande ciclista, maestro di vita per i giovani atleti, trasmettendo passione e veri valori sportivi del ciclismo che mi auguro non siano mai dimenticati" il ricorsd di don Vittorio Rossi, parroco di Paladina, che ha celebrato il funerale. "La parola piu' bella e' stata la sua vita" ha detto don Rossi che ha voluto concludere citando proprio Felice Gimondi che diverse volte aveva ripetuto:"Ho vissuto tanti passaggi non facili, impegnativi, ma con grande soddisfazione. Se dovessi tornare indietro rifarei il ciclista anche quando le prendevo o faticavo. L'unica malinconia o nostalgia e' non essere stato vicino a mia moglie nei primi anni di matrimonio e non aver vissuto l'infanzia delle mie figlie che valgono piu' di ogni cosa al mondo".
Infine, l'ultimo saluto della famiglia:"Ci hai insegnato non arrenderci mai, come faremo anche noi. Siamo forti e uniti, devi esserne orgoglioso" uno dei passaggi di una lettera della figlia Norma, scritta anche a nome della mamma Tiziana e della sorella Federica, letta in chiesa al termine del funerale dal genero. "Prometti che da lassu' continuerai a guardarci e tenerci per mano, tu che hai lottato fin dall'inizio, partendo da Sedrina e arrivando a Parigi. Vorrei portare nel mio cuore quella maglia gialla 123 perche' tutto e' iniziato li'. Tu ci ha insegnato che nella vita si lotta tutti i giorni, anche quando gli altri ti danno per perdente. Ora riposa, questa tappa e' finita, sei il miglior padre che si possa avere, ti amiamo sempre".
(ITALPRESS).